Questo fine settimana si è svolto Estival Jazz Mendrisio a
Piazzale la Valle, ma il momento che mi è rimasto più impresso non ha nulla a
che fare con la musica, o almeno non in modo diretto. L’ho notato quando la
piazza era colma di persone inebriate dai virtuosismi strumentali offerti da Mike
Stern e dalla Victor Wooten Band.
L’ho osservato a lungo, estasiata, e ancora
oggi mi chiedo se è esistito davvero o se è stato solo frutto della mia fantasia.
Sto parlando di un ragazzo, seduto sulla scalinata principale di accesso alla
Piazza, posizionato vicino all’illuminazione del pavimento. Malgrado il rumore,
la musica, il ritmo, gli schiamazzi, l’energia scaturita dalla massa, lui stava
facendo una cosa meravigliosa: leggeva un libro. Così. Come fosse seduto tranquillamente
a casa sua, davanti a un camino acceso.
Una volta, per giocare, chiesi a un
bambino di andare a nascondersi e lui, anziché correre dietro un albero, si
mise le mani davanti agli occhi. Fu sufficiente: di colpo sparì. Ecco, quel
ragazzo intento a leggere il suo libro mi ha ricordato questo: che non conta
dove sei ma ciò che stai guardando, ma soprattutto con quanta naturalezza e
semplicità lo stai facendo. Ecco, in questi casi tutto diventa possibile, anche
sparire stando in mezzo all’Estival Jazz.
(nella foto il ragazzo intento a leggere)
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