Quando uscivi da teatro dopo aver visto la
Palmira, la prima cosa che ti veniva in mente era “che cinema da gent!”: se
questo sia stato un segno premonitore o una spontanea esternazione di simpatia
non è dato sapere, ma fatto sta che a fine anno la Palmira sarà anche un film
proiettato nelle sale cinematografiche del nostro Cantone e del Nord Italia.
“Durante la pubblicità dal “Cuncun” (che ta
tröva la soluziun), il regista Alberto Meroni, insieme a Diego Bernasconi (ul
fiöö dala Palmira), hanno pensato fosse una buona idea girare un lungometraggio
– racconta Sara Bühring, direttrice di produzione – e così eccoci qua”. Un
eccoci qua che corrisponde a un mese di riprese, suddiviso in 6 giorni lavorativi
la settimana, lunghi ognuno 10 ore di attività, a cui seguiranno mesi di un
meticoloso e paziente lavoro di montaggio in studio.
Passare dal teatro al cinema non deve essere
stato facile, soprattutto per chi è abituato a fare dell’improvvisazione la sua
specialità: “Ma la cosa che presumo gli sia mancata maggiormente è stata la
reazione immediata del pubblico – continua Sara – perché l’applauso e la risata
sono un ottimo sistema per capire se una battuta funziona, cosa che, durante le
riprese, non c’è”. Dopo settimane di pioggia, che non hanno certo
favorito il lavoro, è giunto un vento da nord poco compatibile con acconciature
e vestiti; così il programma della giornata cambia, passando dalla scena di un
tegame bianco a quella dell’affissione di
manifesti per le vie del Magnifico Borgo.
Scatole, carrelli, secchi, pennelli, microfoni
e cinepresa si spostano, accompagnati da un nugolo di persone composto da
tecnici, scenografi, costumiste, truccatrici, attori, aiutanti e assistenti
vari: tutti talmente sintonizzati tra loro che a volte le radioline di cui sono
muniti per comunicare sembrano addirittura superflue. La prossima ripresa si effettuerà “sul luogo
della scena 77”, che in parole povere corrisponde alla fontana in faccia all’ex
Selvetta. Nel frattempo il costume dell’attore interessato crea discussione:
meglio una maglietta a maniche lunghe o corte? Si opta per la manica corta
anche se si vedono i peli sulle braccia, “tanto ce li ha anche la Palmira”,
dicono.
Una ripresa viene interrotta dall’arrivo di uno
scooter, da cui scende un Diego reduce da un soggiorno a Parigi in cui ha
effettuato un discorso in dialetto ticinese proprio sulla tomba di Napoleone.
Mi faccio raccontare qualche aneddoto sul film, e così scopro che il catering
del mezzogiorno è talmente buono da aver portato la Palmira a chiedere di
spostare le sue convocazioni sul set dal pomeriggio alla tarda mattinata per
avere il pranzo incluso, mentre la Miglieta è un professionista così serio da
aver cercato di risolvere al telefono il problema di una caldaia rotta a
riprese in corso, come nulla fosse.
Ma il film di cosa parlerà? È sempre Diego a
svelarci qualche dritta: “Saremo in un paese tranquillo in cui arriverà un
circo a scombussolare gli animi”. Bene, dunque non ci resta che aspettare dicembre
per andare al cinema a vedere il lungometraggio “La Palmira ul film”, e se
quando uscirete di lì vi verrà ancora da pensare “che cinema da gent!” non vi
preoccupate: si potrebbe sempre trattare di un segno premonitore per annunciare
l’arrivo del sequel… perché de la Palmira, qui nel Mendrisiotto, non se ne ha
mai abbastanza.
(le foto sono state effettuate e gentilmente concesse da Giona Pellegrini, che ringrazio)
Alberto Meroni, regista |
Miglieta (Germano Porta) e Palmira (Rodolfo Bernasconi) |
Una scena dal set |
Un'altra scena dal set |
Tony il Clown (Micheal Betti), il direttore del Circus Beck (Flavio Sala), Elisabetta, moglie del direttore del circo (Simona Guidicelli Bernasconi) e il regista. |
Modestamente siete tutti dei gran mitici
RispondiEliminafan numero 1 Edoardo.
Grazie Edoardo :-)
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