I
palloncini mi hanno sempre affascinata. Non tanto quelli tenuti in cattività,
come legati a un polso o ancora in mostra in bancarella, ma quelli liberi,
fuggiti dagli umani, che hanno abbandonato la festa. Quelli che volano. Vederne
uno in cielo è come scorgere una stella cadente: è esprimere un desiderio notturno alla luce del sole, e forse anche di più.
Di un palloncino puoi
immaginare l’aria che l’ha riempito, la mano che l’ha tenuto, lo sguardo verso
l’alto quando è fuggito, il gridolino lanciato, il saltino per cercare di
riacciuffarlo, ed infine il messaggio a lui attribuito, come si fa con le
bottiglie gettate in mare. E questo fine settimana mi è capitato di scorgerne due: due
palloncini sgonfi atterrati sulle rive della nostra regione.
Li ho visti arrivare, dall’alto. Scendevano piano piano. Uno
ha deciso di cadere lì poi un colpo di vento l’ha spostato un po’ più in là,
mentre l’altro aveva ancora voglia di giocare, e di tornare a terra non ne
voleva proprio sapere. Uno era verde e giallo, l’altro blu. Due stelle cadenti
in pieno sole, due desideri espressi e due messaggi giunti a destinazione: tutto in questo in un baleno, tutto questo nel Mendrisiotto.
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