domenica 9 giugno 2013

Guida turistica del Mendrisiotto di un secolo fa

Ci sono persone che ammiro per il loro vissuto e filosofia, ma soprattutto per la passione che li ha spinti a creare qualche cosa di unico: uno di questi è Luigi Vittorio Bertarelli. Geologo e speleologo italiano, nel 1894 fondò il Touring Club Ciclistico Italiano (divenuto in seguito TCI) e, dal 1914, cominciò a pubblicare le prime guide turistiche italiane, in cui troviamo anche il Ticino. Il I° volume (su 17) è dedito a “Piemonte, Lombardia e Canton Ticino” e, qui di seguito, vi voglio riportare alcuni passaggi che reputo curiosi o meravigliosi o entrambi, di ciò che ormai fu pubblicato un secolo fa (per la precisione il 25 dicembre del 1914).

Già al capitolo “Avvertenze e informazioni utili” si capisce che dello stile delle guide turistiche d’oggi c’è ben poco: “Non c’è nella Guida amor di campanile che venga accarezzato: la più grande sincerità è la base delle notizie. Molti vorrebbero del proprio paese sentir dire ogni bene: degli altrui solo ciò che è giusto: due misure e due pesi che, nell’interesse generale, non si sono voluti in alcun modo adoperare”.

Vediamo dunque quale sincerità momò si presentava agli occhi del turista quando varcava la frontiera più a sud della Svizzera. “La visita doganale svizzera all’uscita d’Italia si fa pure alle stazioni di confine ed è poco rigorosa. L’attenzione degli agenti si rivolge particolarmente ai pizzi, merletti e seterie”. E di Chiasso troviamo: “Stazione internazionale incomoda, d’inverno inospite”, in cui l’albergo raccomandato era il Ticino. Salendo verso Balerna la descrizione si sposta sulla regione: “È luogo che si è in questi anni molto sviluppato; fabbriche di sigari, coltivazioni del tabacco nel territorio”A Mendrisio gli alberghi raccomandati a quel tempo erano il Leone e il Varese, e la visita per il paese consigliava di passare alla Parrocchiale, alla chiesetta di San Martino e a quella di San Giovanni, ma soprattutto di soffermarsi per una bella vista dall’Oratorio: “tra i cipressi sulle colline a Sud del Paese (alla Torre)”. A Ligornetto era consigliata la visita alla gipsoteca Vincenzo Vela, al modico prezzo di 0,5 Lire a biglietto, a cui segue un piccolo paragrafo sulle bellezze di Riva San Vitale (la chiesa Santa Croce e il battistero romano).

Ampio spazio è stato dato alla meravigliosa Valle di Muggio e ai numerosi sentieri presenti sulle colline circostanti, comprensivi di tempi di percorrenza e difficoltà, come pure alle gite possibili sul Monte Generoso, raggiungibile tramite trenino a “dentiera” (prezzo del biglietto già allora caruccio: a/r Fr. 7,50). In altura si poteva alloggiare a ciò che oggi non c’è più: L’Hotel Bellavista. Qui si poteva dormire per Fr. 3,50 e nelle note troviamo: “Molti milanesi in estate, bella vista sulla pianura e le Alpi. Eccezionale nei tramonti la visibilità di Milano. Molto castagneto nei dintorni. Non si saprebbe abbastanza consigliare di pernottare qui pei due spettacoli del tramonto e del sorgere del sole”. Tornando al piano si trova un Capolago “piuttosto deserto”, per accompagnare il turista fino alla fine del Mendrisiotto sul Ponte Diga, di cui si scrive: “È relativamente opera di limitata importanza poiché il lago è qui attraversato da una diga naturale subacquea di 5 metri sotto il pelo dell’acqua”.

Il Ceresio viene citato come “Lago di forma bizzarra”, di cui leggiamo: “Se il lago di Lugano non può competere in grandiosità e bellezza complessiva coi suoi due grandi vicini, pure è un magnifico lago. Dappertutto è contornato da così varie montagne ed ha forma così irregolare che vi si creano sfondi e profili bellissimi”.

Ormai è passato quasi un secolo, ma la magnificenza dei contorni montani e collinari del Mendrisiotto resta sempre una delle principali attrazioni turistiche della nostra regione, apprezzata da ogni viaggiatore, abitante, persona di passaggio o Luigi Vittorio Bertarelli del giorno d’oggi.


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